literature

Redenzione - cap. 1.4 Italiano

Deviation Actions

vampirisa's avatar
By
Published:
1.2K Views

Literature Text

A Dragon Age 2 fanfic.

English disclaimer: This is the last part of the first chapter and that means I'm gonna start the translation. I have no idea about how much time it will take me to finish it and Tyrna to correct it, but I promise I'll publish the English version as soon as we're done.

---

I lampi di energia azzurra attraversavano il corpo che fu di Anders e, nonostante la vista appannata, li intravidi danzare lungo le sue braccia e concentrarsi verso le mani. Dunque alla fine avrebbe usato la magia come colpo di grazia.

Chiusi gli occhi.

Un urlo inaspettato precedette una caduta altrettanto imprevista. Mi ritrovai con la faccia nelle foglie, le braccia sparse disordinatamente sul terreno, la gola di nuovo libera che cercava disperatamente di catturare quanta più aria possibile.
Accanto a me qualcuno mugugnava.

Fui colpita da numerosi accessi di tosse mentre annaspavo con la gola che bruciava ed una violentissima nausea. Nonostante i miei tentativi di trattenermi vomitai, per lo più bile e saliva, il che rese ancor più difficile la lotta per riprendere il controllo. Stesa per terra, trascinandomi in guerra contro il mio corpo, fui facile preda delle braccia che mi afferrarono, ribaltarono e mi posarono nuovamente le mani sulla gola. Credevo che un miracolo mi avesse salvata, invece il destino mi aveva solo illusa. Ma le mani non strinsero, contrariamente a quanto temessi, bensì diffusero un gradevole tepore risanatore che fece passare in un attimo bruciore e nausea.

Aprii gli occhi.

Anders era chino su di me, l'espressione determinata del suo volto mal si sposava con l'abisso di disperazione nei suoi occhi. Pochi secondi ed ogni mia ferita era curata, ogni malessere passato.

Mi sollevai in piedi lentamente, incerta se le gambe fossero già in grado di reggermi, mentre lui mi guardava dalla distanza con sentimenti contrastanti che trapelavano dallo sguardo: sembrava ansioso di aiutarmi, ma al contempo pareva quasi aver paura di me. Lui paura di me... ironico.

Constatato che riuscivo a muovermi agevolmente, emisi un lungo sospiro misto di sollievo ed ansia per poi fissare gli occhi nei suoi.

"Sei tornato in te da solo. Hai ancora la forza di contrastarlo."

Non era una domanda e non volevo una risposta. Il sollievo che quella consapevolezza mi procurava era immenso. Lui però non era dello stesso avviso: i suoi occhi divennero lucidi e il viso mutò in una smorfia di rabbia e frustrazione.

"Stavo per ucciderti... io... stavo per ucciderti!"

"Non tu. Lui. Vendetta. Tu sei stato più forte."

"No, io non sono forte... stavo per ucciderti Marian! Con le mie mani!"


Se le portò davanti al viso, guardandole come se non fossero affatto le sue.

"Cazzate."

A quell'affermazione alzò lo sguardo, il volto contratto in un'espressione sorpresa come l'avessi appena schiaffeggiato.

"Cosa?"

"Ho detto: cazzate."
Ripetei, con la calma di una maestra paziente all'alunno distratto. "Non provate più a farmi bere la storia secondo cui sareste un'unica entità. Non so chi dei due stia cercando di proteggere cosa, ma la piccola farsa finisce qui."

Scosse la testa, come se fossi io l'alunno distratto adesso.

"Ne abbiamo già parlato, ti ho spiegato che quando ci siamo uniti Giustizia ha cessato di esistere come spir..."

Non ne potevo più. Scattai verso di lui senza lasciargli il tempo di finire la frase. Avevo una gran voglia di scuoterlo fino a fargli uscire dalla testa ogni sua stupida convinzione, stavo per afferrarlo nuovamente per il collo della giacca ma mi ricordai com'era finita pochi minuti prima. Accantonai l'idea ed optai per affrontarlo solo verbalmente.

"Finiscila Anders! Continui a ripeterlo ma la verità è che se foste davvero uno la smettereste di contendervi il controllo! Hai ammesso tu che essere dominati è come osservare il proprio corpo da lontano, no? Non mi pare che questo si possa definire "essere una cosa sola"! Quando ha quasi ucciso quella maga, tu dov'eri? Eri tu a volerlo? Ed ora che ha quasi ucciso me? Come puoi essere in disaccordo con qualcosa che dici essere te stesso? Perché ammetti di avere dei vuoti di memoria e poi pretendi di convincermi che siate una cosa sola? Perché quand'eravamo nell'Oblio c'era solo Giustizia?"

Affannavo, ero accaldata ed incredibilmente nervosa. Feci un passo indietro e trassi un respiro per cercare di calmarmi, ma invano. Mi sembrava tutto così palese che il suo continuo negarlo mi dava ai nervi.

"Ero pronta anche a morire per dimostrarti quanto siate ancora due cose distinte. Se mi avessi uccisa forse avresti finalmente capito che non puoi considerarti tutt'uno con qualcosa che prende il controllo del tuo corpo e compie nefandezze contro la tua volontà!"

Era rimasto in silenzio, ad osservarmi con sguardo perso, ma a quelle parole qualcosa sembrò rompersi dentro di lui.

"Non gli avrei mai permesso di farti del male..." disse con un sussurro, eppur deciso.

Annuii. "Questo perché non sei lui. Negli ultimi anni la tua dipendenza da lui è diventata sempre maggiore... lo capisco, la situazione dei maghi peggiorava e tu ti aggrappavi alla tua missione sfruttando la sua forza. Ma ora è finita Anders. Non approverò mai quello che ti ha fatto fare, è tardi per tornare indietro, ma non lo è per andare avanti."

"Perché sei tanto sicura che sia stato lui? Io... ho sentito quel desiderio come mio. Ho concepito quel piano, ti ho ingannata... era una mia scelta... credo..."


La sua certezza cominciava a vacillare. Non chiedevo altro.

"Ne sono convinta perché so che non avresti voluto uccidere così tante persone. Anche lei me l'ha confermato quando mi ha raccontato com'eri prima."

Aggrottò la fronte. "Lei?"

"La regina."

"Oh. Alhyara. Credevo ti avesse detto di non parlare a nessuno di quell'incontro, eppure prima stavi per raccontare tutto all'ultima persona che dovrebbe saperlo."


Dove trovasse il coraggio di rimproverarmi è tuttora un mistero.

"Hai una bella faccia tosta. Comunque mi è scappato, d'accordo? Non sei l'unico a fare idiozie quando si incazza, anche se le mie non coinvolgono esplosivi e Chiese."

Alzò le mani in segno di resa, anche se mi apparve più un gesto esasperato che delle scuse.

"Che c'entra Alhyara comunque? Non mi hai mai rivelato molto di ciò di cui parlaste."

"Ti ho detto il necessario."


Gli risposi con durezza, ma un attimo dopo mi pentii e ci ripensai, decidendo di approfondire nella speranza che servisse a qualcosa.

"Ricordi come andò?"

"È successo poco più di un mese fa, certo che me lo ricordo."


Anders sembrava essersi calmato, o forse si era semplicemente distratto. Si appoggiò con la spalla all'albero a cui poco prima Vendetta aveva cercato di appendermi, incrociò le gambe e fissò lo sguardo in lontananza.

"Il giorno dopo aver incontrato Re Alistair, venisti convocata nuovamente da lui con l'esplicita richiesta di portare solo me. Temevamo una trappola, invece con lui trovammo Alhyara."

Annuii e proseguii al posto suo. "Lui le aveva raccontato che la Campionessa si accompagnava al Custode Grigio che lei aveva coscritto appena arrivata alla Fortezza della Veglia. Voleva incontrarti perché ti credeva morto."

Anders abbassò lo sguardo. "E così avrebbe dovuto continuare a fare. Alhyara è stata una buona amica, non avrebbe dovuto scoprire come stavano le cose, non era giusto che si preoccupasse per me."

Gli poggiai una mano sul braccio e lui sussultò, quasi sorpreso al contatto.

"Smettila di sentirti in colpa per tutto! Se non fosse stato per lei tu saresti morto, o peggio un adepto della calma. Non è compito tuo decidere cosa è giusto o meno per gli altri, checché tu possa credere lei è stata felice di saperti vivo."

Ricordavo quel giorno come fosse appena trascorso, le parole della regina mi perseguitavano da allora.
Dopo averci ricevuto, aveva voluto parlare a lungo da sola con Anders, mentre io aspettavo all'esterno intrattenendomi con Re Alistair ed il loro figlioletto Duncan ed i nostri cani giocavano nel cortile. Per quanto fossi tesa all'idea del Comandante dei Custodi del Ferelden chiuso in una stanza da solo con un Custode fuggitivo, non riuscivo ad evitare di pensare a quanto quella situazione fosse strana... ero lì con colui che avrei dovuto chiamare re e che invece mi trattava come sua pari, mentre sua moglie era chiusa in una stanza con il mio uomo ed i nostri mabari si rincorrevano all'esterno.
Non mi era mai pesato esaudire il desiderio della regina di tenere il segreto di quell'incontro, perché non mi andava di passare per visionaria raccontandolo.

"È stata felice fin quando non ha saputo di Giustizia. A quel punto ha iniziato ad urlarmi che ero un pazzo ed un idiota e che avrei dovuto trovare un modo per rimandarlo nell'Oblio."

Quel momento era impresso a fuoco nella mia memoria, le urla e gli insulti della regina rimbombarono in tutto il palazzo come tuoni. Fosse stato per me sarei intervenuta, ma il re mi aveva fermata con un ghigno dicendo di non preoccuparmi se sentivo delle urla, ma di farlo solo se fossero cessate. Poi mi aveva offerto del delizioso formaggio con miele.

"Saggia donna. Non credo tu possa darle torto."

"Vorrei solo fosse possibile. Ho accolto Giustizia in me perché era stato tagliato fuori dall'Oblio ed aveva bisogno di possedere un corpo per continuare ad esistere. Se anche si rivelasse vera la tua convinzione che siamo ancora due entità distinte, non ho idea di come separarci all'effettivo. Lui non può sopravvivere senza un corpo e fino ad oggi credevo che l'unico modo per liberarlo fosse la mia morte... ma poco fa abbiamo avuto prova che sbagliavo."


Evitai di rispondere cambiando discorso. Prima avrei dovuto convincerlo che fosse la cosa migliore da fare, dopo mi sarei preoccupata del come farlo.

"La Regina mi ha raccontato di com'eri prima. Spensierato, allegro, perfino generoso, sempre pronto a fare una battuta anche nei momenti meno indicati. Ha detto che sorridevi sempre. Che preservare la vita era la tua priorità, che non ti è mai piaciuto uccidere e che ti saresti prosciugato fino all'ultima goccia di energia pur di salvare chiunque. Che le ricordavi suo marito, per questo era tanto affezionata a te."

"Ti ha detto questo? Ma pensa... ad averlo saputo prima adesso potrei essere l'amante della Regina invece che un abominio eretico e pluriomicida."


Si prodigò in uno dei suoi sorrisi furbetti, ma la mia risposta fu una smorfia stizzita per mascherare l'urgenza di strangolarlo.

"Dubito che avrebbe scelto come amante un'imitazione eretica del marito, ma priva del fascino dei Theirin. Anche se devo dire che quell'Alistair dei Theirin ha ben poco, per non parlare dell'aspetto regale. Suppongo faccia parte del personaggio."

L'idea che qualcuno del suo passato avesse conosciuto una parte di lui che io non avrei mai potuto incontrare mi rendeva gelosa ed invidiosa al contempo. Le sue battute, per quanto forse dovessi essere grata che ancora riuscisse a farne, non miglioravano la situazione.

"Comunque, lei mi ha raccontato anche di Giustizia, di com'era prima di diventare Vendetta. Mi ha detto che era uno spirito benevolo e curioso, saldo ma caritatevole, pronto a sacrificarsi per una causa ma anche ragionevole e disposto ad ascoltare l'opinione altrui. Mi ha spiegato di Kristoff e di come si fosse preoccupato per sua moglie."

Per un istante, lo sguardo di Anders si fece triste e mi parve di vedere un lampo azzurro nei suoi occhi. Un attimo dopo era sparito.

"Ora capisco perché avete impiegato tanto tempo. Ti ha raccontato ogni singola cosa successa in quei mesi ad Amaranthine?"

"No, solo quello che riguardava te. Ha detto che siccome eri fuggito dalla sua area di competenza era compito mio starti accanto, quindi era giusto che sapessi tutto."


Lui sospirò e socchiuse gli occhi mentre un sorriso malinconico gli incurvava le labbra. "Alhyara è stata la prima vera amica che abbia mai avuto. Per certi versi vi somigliate, sai? Mi ha salvato la vita più di una volta, tanto in battaglia quanto contro i Templari, mi ha donato Ser Pelosotto... quando le ho spiegato perché fossi fuggito dai Custodi avrebbe potuto giustiziarmi come traditore, invece si è limitata a scuotere la testa ed a dirmi che era contenta fossi vivo, per quanto nei guai come sempre."

La sua espressione triste mi strinse il cuore, eppure fui grata al Creatore che fosse ancora in grado di provare simili emozioni.

"Si, non è esattamente il tipo di persona che ti aspetteresti di incontrare quando pensi ad una regina. Soprattutto quando ti fermi a riflettere su tutto ciò che è riuscita a fare. Comunque... stavamo parlando di te, non di lei."

Riaprì gli occhi per fissarmi con quello sguardo da animale ferito che mi faceva sempre l'effetto di volerlo stringere al petto e dimenticare tutto il resto.

"Qualunque cosa ti abbia detto, io non sono più quella persona."

"Lo so, ma ciò che conta non è cosa sei ora ma cosa fossi prima. Non sei cambiato in maniera naturale, quello che sei diventato non sei tu. Sapere ciò che eri mi fa capire dove finisci tu e dove inizia Vendetta. Per questo sono certa che non sia stato tu a decidere della distruzione della Chiesa, per quanto possa sentir tua l'iniziativa."


Anders scosse la testa. "Anche ammesso che tu abbia ragione, cosa vorresti fare?"

"Se concordiamo sul fatto che sia tu che Giustizia abbiate commesso un errore ad unirvi, direi che trovare una soluzione sia il nostro obiettivo."

"Non so se Vendetta te lo consentirà. Ho il terrore di cosa possa succedere... questa volta sono riuscito a fermarlo, ma cosa accadrà la prossima? Sono diventato un pericolo perfino per te Marian... e non potrei mai sopportare l'idea di farti del male!"


Abbassò la testa di scatto come in preda ad un dolore lancinante, stringendo le mani con forza fino a farsi diventare le nocche bianche.

Mi avvicinai e lui fece un passo indietro, spaventato. Allora scattai ad afferrargli le mani, incrociando le dita alle sue.

"Mi sembrava di averti già detto che non ho paura di soffrire, ricordi? Accanto a te, fino al giorno in cui moriremo. Hai combattuto per la libertà dei maghi ed hai dato inizio ad una rivoluzione. Adesso combatti per la tua."

"Non credo di meritarla."
Sussurrò, mentre chinava la testa per appoggiarla alla mia fronte, abbassando finalmente le difese.

Lo abbracciai, stringendolo a me in preda ad un improvviso impeto di necessità e dipendenza.

"Chiunque merita una seconda possibilità. Chiunque merita un'occasione di redenzione."
English: for my non-Italian watcher, please read the disclaimer! :D

Italiano: E questa e' l'ultima parte del primo capitolo.
Adesso mi mettero' a tradurre il malloppo che ho pubblicato finora, cosi' intanto prendo tempo per scrivere il resto della fanfic, eh? :D

Questo pezzo mi ha dato l'occasione di introdurre la mia Cousland di DAO, Alhyara. E' strano come una Warden nata quasi per errore sia diventata la mia preferita.
Ho creato Alhyara quando m'e' venuto lo sghiribizzo di rigiocare DAO verso meta' 2010. Volevo provare la romance di Leliana cosi' avevo deciso che Alhyara sarebbe stata lesbica. Volevo anche provare l'origine Cousland e mi ero gia' figurata tutto il suo background: tirata su per essere la cocca della mamma da accasare con matrimonio di convenienza, se n'era sempre fregata delle faccende di corte interessandosi piu' al combattimento che ai ragazzi verso cui la madre la spingeva. Non abbastanza forte per essere una guerriera, si era specializzata nel combattimento veloce con due armi e da brava maschiaccia si era fatta insegnare un paio di trucchetti dai servi elfici per sgattaiolare fuori dalle sue stanze quando veniva sbattuta in punizione. Verso l'adolescenza aveva scoperto di essere interessata anche lei ai bei vestiti e le acconciature eleganti... ma solo se indossati da coetanee attraenti. Ovviamente mamma Cousland era stata tenuta bene all'oscuro delle preferenze della figliola, cosi' quest'ultima si trovava a dover accampare scuse sempre piu' creative per rimandare la scelta di un pretendente.
Playthrough perfettamente pianificato, insomma... peccato che per me il fascino di Alistair sia troppo irresistibile e sommato all'eventualita' di far diventare Alhyara regina...
Morale della favola, Alhy s'e' scoperta bisessuale nel momento in cui s'e' ritrovata innamorata del principino bastardo. Leliana l'ha presa meglio del previsto (considerato che Alhy le aveva giurato amore eterno, gia' m'aspettavo che Leliana l'accoltellasse nel sonno) ed io mi sono affezionata alla mia stronzetta dai capelli rossi e gli occhi verdi (Alhyara, non Leliana! :P ).
Ecco spiegato perche' nella mia fanfic appare anche lei, volevo darle un po' di meritato spazio! :XD:


Dragon Age and everything related, Anders, Varric (tm) Bioware & EA Games
Marian Hawke (tm) Bioware, EA Games and myself, at least the one in this fic :P
© 2011 - 2024 vampirisa
Comments25
Join the community to add your comment. Already a deviant? Log In
Ary91's avatar
Waaaaaah che cicciniiiii :iconiloveyoutooplz: sono felice che sono tornati dolci e pucciosi alla fin fine. Secondo me sotto sotto va bene così come finale, hai giusto aggiunto la tua versione dei fatti, tanto sappiamo da Varric che poi si sono separati tutti -probabilmente per ricostruirsi una vita- mentre Anders e Hawke sono rimasti uniti nell'amour fine.
:love: